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Channel: Pezzenti con il Papillon
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VOGLIO SVEGLIARMI LAUREN BACALL

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SENZA PAROLE.
Ci sono due momenti nella vita di ogni donna che un po’ rimpiange la bellezza e l’eleganza degli anni ’50. Il primo è quando davanti allo specchio ci si confessa “Oh, se fossimo negli anni Cinquanta potrei tenermi un po’ i fianchi che sarei considerata bellissima, altro che queste modelle taglia 38”.
Il secondo quello in cui prima di andare a dormire si esprime il desiderio “DOMANI VOGLIO SVEGLIARMI LAUREN BACALL”.
Ogni foto, ogni film, ogni inquadratura, è come un colpo di tizzone ardente sulla pelle nuda contro l’autostima di ognuna di voi. Era troppo bella per essere anche brava, troppo sensuale per essere anche elegante e di una raffinatezza così innata che di certo non si impara a furia di divorare Vogue o studiando i rotocalchi.
Classe 1924, metà polacca e metà rumena, EBREA, emigrata di America con i genitori. Diventa negli anni ’50 una delle attrici più ammirate e apprezzate di tutta Hollywood e fa capolinea nell’Olimpo delle dive nel giro di pochissimo.
Se Marylin aveva l’aria biricchina ed era il prototipo americano del sogno proibito, Lauren Bacall aveva quel gusto europeo e quello stile, quello charme, inconfondibile. Nei suoi film il dettaglio più di rilievo è il suo sguardo, così forte e profondo che sarebbe stata più adatta a lei l’altissima citazione “NESSUNO METTE BABY IN UN ANGOLO”.

Come sposare un milionario, 1953
 
Nella commedia “Come sposare un milionario” con Marylin e Betty Grable, è così meravigliosa che bisognerebbe studiare nelle scuole l’andatura della sua camminata, il portamento e come indossa la stola di visone. Indimenticabile la scena in cui sfila per il milionario Brookman che lei è convintissima sia un garagista, uno che lavora alla pompa di benzina.
Mento alto e portamento fiero, dovrebbe diventare una materia scolastica, al posto di educazione fisica o religione. “Aprite il libro, oggi studiamo il periodo degli anni ’60 di Lauren Bacall”.
 
Forse in questo modo ci sarebbero meno tute in poliestere 100% e più maniche a sbuffo, velette e camminate eleganti.
“Lo sai quanto vale?”
“30 milioni”
“Accidenti”
“Scommetti un milione”
“Sei già stata per negozi?”
“Quando aprono le saracinesche entro io”
 
 
Perché ai tempi si cercava marito affittando un appartamento di classe a Park Avenue e frequentando gli ambienti giusti dove poter incontrare milionari da spennare, sognando diamanti, pellicce e luoghi esotici.
“Sapete chi vorrei sposare io?”
“Chi?”
“Un Rockfeller”
“E quale?”
“UNO A CASO”.
Perché i milionari all’epoca non si cercavano su Facebook. Tantomeno su Linkedin.
E ci vuole charme anche nell'accettare il tempo che passa.
 

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