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Carmen Dell'Orefice, 1948 (questo lo vado a cercare) |
Milano non finisce mai di sorprenderti e quando più o meno pensi di conoscerla al suo meglio ecco qui l’invito in uno spazio, a una nuova mostra, in un nuovo negozio o in un museo che pensavi di aver visto e invece no è stato ristrutturato ed è come entrarci per la prima volta.
Milano sembra dirti “TAAAAAAAAAAC, BECCATO”.
Si parla tanto di moda e di costume perché 4 volte l’anno siamo subissati di tacchi e macchine della camera della moda, si montano le catwalk in ogni angolo di città, serpeggiano le giornaliste di costume (le poche che ancora non si sono annichilite su un blog) e tutti si improvvisano del settore.
In realtà la moda è un’arte e come tale andrebbe studiata.
Prima di parlare della nuova collezione Missoni non bisognerebbe sapere la storia di come è nata questa maison? Prima di innalzare le mille innovazioni della prossima stagione, non bisognerebbe conoscere come si è arrivati a quelle forme e a quel tessuto?
Come quando Miranda si rivolge nervosamente ad Andy nella celebre scena de Il diavolo veste Prada:
Quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar de la Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee e poi è stato Yves Saint Laurent se non sbaglio a proporre delle giacche militari color ceruleo.
E’ oltre un secolo che la moda si evolve in quanto tale e si è arrivati dal considerare un sarto un vero e proprio stilista, un artista capace di plasmare colori forme e geometrie innovando il guardaroba di grandi del nostro tempo.
Certo oggi abbiamo Bella Hadid strapagata per indossare un abito piuttosto che un altro ma la moda è nata anche grazie a grandi socialité che indossavano per amicizia e affetto le creazioni dei couturier, la Marchesa Casati per Poiret, Lou Lou de la Falaise per Yves Saint Laurent o Lady D per Gianni Versace.
La moda e il costume è meravigliosa da studiare anche solo attraverso le immagini, sfogliando un manuale di storia del costume (il mio preferito quello scritto da Enrica Morini) si capisce subito quanto le decadi del novecento siano stati passaggi importanti per lo sviluppo di gonne, abiti, soprabiti, scarpe e cappelli. Tutto si evolve e tutto è direttamente proporzionale alle nostre vite, ai nostri usi e per l’appunto, costumi.
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Meravigliosi |
A Milano esiste un angolo in cui tutto questo è possibile grazie a una raccolta di inestimabile valore che conta più di 65 mila volumi (la più grande d’Europa) di riviste, magazine e libri di moda e di costume. La Milano Fashion Libraryè la vostra tana se desiderate approfondire un argomento sfogliando Vogue che risalgono ai primi del Novecento fino ai giorni nostri inoltrandovi in un mondo che si sogna ma che andrebbe studiato di più.
Inoltre si ha la possibilità di consultare l’archivio di tutti i lookbook di tutte le sfilate di tutti gli anni di tutte le maison del mondo, io mi farei rinchiudere e per me possono buttare anche la chiave.
La Milano Fashion Libraryè in via Alessandria 8 e fino al 29 giugno con il codice “MFL20%” avete la possibilità di tesserarvi con uno sconto per un anno intero.
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Vorrei rivedere anche qualche servizio moda di Claudia Schiffer in Chanel anni '90. |
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Più di 65 mila volumi, un sogno. |