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Channel: Pezzenti con il Papillon
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MONARCHIA CHE VAI, GIOIELLI CHE TROVI

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Ossessione gioielli since 1987, presente!
Tutto quello che sbrilluccica risplende ed è costoso o ereditato a me piace ed è per questo che quando Kate da anziana getta il Cuore dell’Oceano nell’Atlantico oltre a urlarle cretina avrei voluto staccare la poltrona del cinema e scagliarla contro quelli che sostenevano fosse un gesto romantico.
Crescendo il mondo del gioiello è diventato anche il mio lavoro e ci sguazzo come una sirena in una baia silenziosa, è il mio ambiente.
L’ossessione dei gioielli però incontra un’altra ossessione, ovvero le teste coronate.
Visite di Stato, incoronazioni e matrimoni reali fanno uscire dalle cassette di sicurezza zaffiri e piogge di diamanti in un turbinio di emozioni che vanno dalla gioia forsennata all’isteria, di questi appuntamenti mondani e anche un po’ desueti se vogliamo mi piace l’aspetto storico e il senso di tradizione mista etichetta ancora molto rigorosa anche nel XXI secolo.
Ecco qui qualche esempio di monarchie che possono vantare gioielli davvero incredibili tra corone e tiare.

I BORBONE DI SPAGNA:
la Regina di Spagna, ex giornalista, un po’ la Lilli Gruber della penisola iberica ha il privilegio di indossare sulla sua testa ben acconciata qualche chilo di carati con una tale disinvoltura che ci fa quasi rabbia ma si sa, lo stile non si compra al mercato.

La tiara dei gigli: è il gioiello più prezioso di tutta la collezione dei Borboni di Spagna e la Regina Sofia l’ha dovuta cedere a Letizia, è stata realizzata nel 1906 su commissione di Alfonso XIII per regalarla alla fortunata consorte Vittoria Eugenia. E’ una tiara che disegna 3 meravigliosi gigli con diamanti taglio cuscino e platino. Una cosuccia. Letizia l’ha indossata qualche settimana fa durante la visita ufficiale ai reali inglesi, un segno di grande rispetto e un tocco di narcisismo spagnolo verso Elizabeth II che non è di certo una regina di primo pelo come Letizia.

Letizia di Spagna in visita ufficiale dalla Queen Elizabeth indossa la tiara dei gigli. 

La tiara prussiana
: la mia preferita in assoluto per quel dettaglio del diamante centrale a goccia e perché ricorda un po’ quella di Anastasia e La bella addormentata nel bosco, è più piccola e meno appariscente ma il disegno stile impero in voga nei gioielli d’epoca Liberty è qualcosa di meraviglioso. Realizzata nel 1913 su commissione del Kaiser Gugliemo II finì in Spagna per la strana genealogia che ha portato la Regina Sofia a sedere sul trono. Letizia la indossò per il suo matrimonio ed era radiosa.

Letizia Ortiz al suo matrimonio con la tiara prussiana.

La tiara Cartier:
partiamo dal presupposto che se fai parte di una casa reale è impossibile che tu non abbia nel cassetto un gioiello di Cartier degli anni ’20, quelli sono i veri gioielli sotto tutti i punti di vista. Taglio baguette, bracciali splendenti o come in questo caso una tiara di diamanti e perle che fu commissionata dalla Regina Vittoria Eugenia per indossare qualcosa di leggero e poco impegnativo. Beh direi che il risultato non è propriamente disimpegnato ma è uno splendore.

Sofia di Spagna con la tiara Cartier. 
Vittoria Eugenia di Spagna con la sua tiara di Cartier negli anni '50.


ELIZABETH II e famiglia:
nessuno mette in un angolo Elizabeth II che alla veneranda età di 91 anni ancora indossa splendidi gioielli delle sue due collezioni, quella ufficiale della monarchia che per legge inglese deve essere indossata solo entro i confini del Regno Unito, diversamente dai gioielli personali che possono espatriare e possono passare agli eredi come regali di nozze.

La tiara Kokonshnik: non è solo il nome a far capire l’origine di una simile meraviglia orafa, una sorta di raggiera di 468 diamanti che si appoggia senza appesantire troppo la testa della Regina, ma è anche il gusto che rimanda subito all’alta gioielleria russa. Fu un dono alla futura Regina Alexandra d’Inghilterra nel 1888 per le sue nozze d’argento con il futuro Edoardo VII, il disegno si ispirava alla tiara indossata dalla sorella di Alexandra, Maria di Russia, consorte dello Zar Alessandro III. Questa tiara alla morte di Alexandra passò a sua nuora, Mary Teck consorte di Giorgio V, che decise di non lasciarla a sua volta alla nuora, Elizabeth Bowes Lyon ma a sua nipote, già Elizabeth II dal 1952. E’ una delle sue preferite per le visite ufficiali in giro per il mondo, l’aveva addirittura nel maggio del 1961 davanti a Papa Giovanni XXIII, a reggere una meravigliosa mantillas di pizzo nero.

Queen Alexandra di Danimarca con la tiara kokosnik.
Queen Elizabeth II. 

La tiara dei nodi d’amore: neanche a dirlo è la mia preferita per questo nome da potere di Sailor Venus (catena dell’amore di Venere AZIONEEEEE) e per le teste che ha potuto far brillare sotto i suoi archi di diamanti coronati da perle grosse come noci. La lovers knot tiaraè il desiderio di una nipote, Mary di Teck, di indossare il gioiello di sua Nonna, la duchessa di Cambridge ma senza poterlo realizzare. La tiara originale, realizzata nel 1818 e indossata dalla Nonna della Regina Mary, Augusta di Hesse per l’incoronazione di sua nipote la Regina Vittoria, infatti è un bene della famiglia Mecklemburg-Strelitz e lì rimane fino a quando nel 1981 viene battuta all’asta da Christie’s. La versione inglese è commissionata dalla nostalgica Mary al gran gioielliere della casa reale, Garrard, nel 1913 ed è così moderna che è possibile smontarla per abbellire ancora di più fili di perle e abiti da gala. Elizabeth II non la indossò molto ma divenne il gioiello di Lady D, indossato nel 1981 (coincidenza?) con grande charme fino ad apparire nel 2015 sulla chioma ben pettinata di Kate Middleton che dalla suocera impara e segue i passi di stile.

Lady D con la tiara dei nodi d'amore.

Kate Middleton indossa la tiara della famiglia Windsor.

La tiara delle ragazze di Gran Bretagna e Irlanda
: questo gioiello dal nome così carino è un regalo realizzato nel 1893 per l’allora principessa Mary da parte di tutte le ragazze del Regno Unito e Irlanda consegnato da una speciale delegazione con a capo una Lady incaricata appositamente. La Regina Mary ancora una volta non la consegnò a sua nuora ma alla nipote Elizabeth nel 1947 quando si sposò con il principe Filippo. Sarà che è una tiara dall’incredibile taglio delle pietre ma Elizabeth l’ha indossata molte volte durante le visite di Stato e addirittura per i ritratti ufficiale della casa reale.

Queen Elisabeth con la tiara delle ragazze della Gran Bretagna e dell'Irlanda.

I SAVOIA:
anche l’ex casa regnante italiana non era da meno in quanto a gioielli che ancora sono oggetto di dispute infinite su eredità e proprietà, Stato Italiano o lusso degli eredi di casa Savoia? Per ora sono custoditi da Bancaitalia e Maria Gabriella di Savoia ha raccolto i pezzi più belli in un volume che ne ripercorre la storia attraverso le immagini di chi li indossò, come le Regine sabaude.

Regina Margherita: la chiamavano la Regina delle perle perché nessuna donna le amava e le indossava come lei, il suo filo toccava a terra, ci si poteva avvolgere e contava qualcosa come 680 perle. Margherita sposò Umberto I di Savoia con cui si fidanzò dopo che la futura prescelta, Matilde d’Asburgo, prese fuoco con il suo abito in tulle a causa di una sigaretta che stava nascondendo dall’istitutrice, un presagio alquanto funesto per tutti. Elegante, colta e perfettamente à la page con tutte le teste coronate d’Europa fu un’amatissima Regina che diede lustro alla neo-monarchia italiana. Per lei la gioielleria Musy di Torino (ancora esistente) realizzò una splendida tiara a volute con diamanti, al centro delle quali c’erano delle margherite con splendide perle. L’ha indossata tempo fa anche Marina Doria ma direi che l’effetto non è per nulla lo stesso.

La tiara della Regina Margherita di Savoia.
Margherita di Savoia con indosso la tiara.

Regina Elena
: molto più schiva, semplice e riservata della suocera Margherita, Elena indossa i gioielli solo nelle occasioni più mondane e per i ritratti di corte stampati in grande quantità per ricavarne poi anche offerte benefiche. In particolare indossa una corona di diamanti e perle molto fastosa ma si nota quanto in realtà il suo gusto fosse molto più semplice, la Regina fece smontare l’infinito filo di perle della Regina Margherita dividendolo per le figlie Iolanda , Mafalda, Giovanna e Francesca. La Regina Elena esiliata insieme al marito Vittorio Emanuele III si spegnerà nel 1952 in Francia, a Montpellier lontano da rappresentazioni monarchiche e fasti regali.

La regina Elena del Montenegro. 

Maria Josè: figlia del re del Belgio sposa nel 1930 il principe Umberto di Savoia con un abito alla moda disegnato da lui in persona, si innamora dell’Italia ma sarà ben presto destinata all’esilio dopo che il 2 giugno 1946 il popolo unanime decide che la monarchia è giunta al tramonto. Così la “Regina di Maggio” vivrà oltre confine spegnendosi nel 2001 all’età di 94 anni. Non era una grande amante dei gioielli elaborati e vistosi, preferiva un filo di perle e semplici orecchini, non ebbe nemmeno modo di usufruire troppo dei gioielli ufficiali della Corona indossati solo in occasioni di rigida etichetta tra cui il matrimonio e l’incoronazione. Indossò il diadema della Regina Margherita modificando l’appoggio della testa a mo’ di bandeau in puro stile anni ’30 e in un bellissimo ritratto indossa un paio di orecchini pendenti della gioielleria Chiappe di Genova con splendidi diamanti a goccia (intercambiabili con delle perle) in un disegno a volute floreali. E’ probabile che quegli stessi diamanti fossero stati dono della madre di Margherita, la duchessa madre di Genova e ancor prima da Elisabetta di Prussia.

Maria Josè con la tiara che fu della Regina Margherita.
Maria Josè con gli orecchini della gioielleria Chiappe di Genova (in questa versione con le perle, nella foto precedente nella versione originale con due splendidi diamanti a goccia) 

Attraverso il gioiello si ripercorrono non solo i fasti e le antiche glorie di casate, alcune delle quali resistono al passaggio del tempo moderno, ma si fa un vero e proprio salto nel gusto e nello stile di epoche affascinanti, tra beghe ereditarie e aste imponenti, nella speranza che si possano conservare patrimoni inestimabili per raffinatezza e fattura.








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