Se nasci ricca e blasonata c’è una sola fortuna che ti fa fare bingo, nascere ricca, blasonata e bellissima. La storia ha sempre avuto una costellazione di donne celebri vissute sotto una buona stella che hanno passeggiato gloriosamente sulla strada del successo, chi per lo sfavillante lusso della moda, chi per un matrimonio da rotocalco, chi per charme e stile indiscusso.
Tra le bellissime Marella Agnelli, Allegra Caracciolo di Castagneto (di lei scrissi qui) brilla oltralpe anche Fiona Campbell Walter, classe (e che classe!) 1932 nata ad Auckland in Nuova Zelanda con un padre ammiraglio della Marina Reale inglese e una madre aristocratica che subito percepisce le potenzialità matrimoniali e non solo della sua bellissima figlia.
Armoniosa, bruna e con un fisico longilineo, Fiona in poco tempo diventa l’essenza reale e tangibile del gusto sofisticato dei folgoranti anni ’50, una modella che come nessuna ha incarnato un’epoca e il suo specchio, la moda.
Lasciata alle spalle la guerra, la distruzione e l’aria dimessa finalmente il risveglio culturale esprime la sua potenza con il design, l’arte e la moda con uno stile così aristocratico che ancora oggi tante fogge e colori lo si devono proprio a quella voglia di esaltare la bellezza femminile spensierata e sublime. Non il funebre nero che tanto ha vestito lutti e malinconie negli anni ’40 e sì al rosa, al ceruleo e a tutta una gamma di sfumature arricchite da velette, piume, guanti candidi e pellicce sventate.
È sempre la gonna il simbolo dei cambiamenti economici di un paese e se negli anni ’40 era stretta e fino al ginocchio, negli anni ’50 esplode in volume e fantasia, dando una nuova forma alla donna, come fosse un fiore sbocciato.
Fanno capolinea i grandi della couture, Christian Dior, Balenciaga, Schiaparelli, Givenchy e pongono le basi per la generazione futura, i vari Yves Saint Laurent, Valentino e Ferrè, perché la moda è come un abito che si forma bottone dopo bottone e ogni parte è necessaria e contingente per il risultato finale.
La sofisticata Fiona arriva prima di tutte a impossessarsi il titolo della modella più famosa degli anni Cinquanta, compare in copertina su Vogue e diventa musa del più ricercato fotografo dell’epoca, Cecil Beaton, il fotografo di corte che immortalò una lunga ma ben precisa lista di reali di casa Windsor tra cui una giovanissima Queen Elizabeth.
Scorrendo il suo “portfolio” si rimane incantati dall’aria raffinata ma non volutamente raffinata, si nota subito l’essere a suo agio tra abiti da sera, gioielli cesellati e stole di visone, è il suo pane quotidiano e il sapersi vestire per ogni occasione rappresenta il gusto di quegli anni.
Non si vedranno mai cappelli a tesa larga e guanti bianchi su una scogliera rocciosa ma espadrillas in corda e un foulard tra i capelli, in casa camicia e pantaloni capri con scarpe basse perché i giornali rappresentano sì il sogno, la classe e un’eleganza femminile a cui tutte aspirano, ma raccontano anche una verità, levrieri afgani inclusi.
Nel 1956 all’apice della sua carriera incontra il barone Thyssen-Bornemisza de Kászon incontrato 12 ore prima a Sainkt Moritz e si ritira dal mondo della moda salvo un sublime servizio fotografico firmato da Philippe Halsman del 1963 che la immortala tra le mura della sua Villa la Favorita a Lugano.
Nel 1965 si rifugia a Londra dopo il divorzio e inizia una relazione con il figlio di Aristotele Onassis morto però nel 1973. Da allora Fiona si ritira a vita privata e compare sempre meno a ricevimenti di lusso e su riviste patinate.
Questo è il fascino di chi sa mantenere la propria bellezza senza osteggiare il tempo che passa, la baronessa non ha cercato riparo nei ritocchi chirurgici ma ha saputo lasciare che gli anni scavassero rughe e imbiancassero i capelli rendendola ancora più elegante e carica di charme.