Basta ai silenzi omertosi, basta alle finte moine gentili, basta gentilezza.
Mi sono stancato di fare il signorino ben educato che dal buongiorno al buonasera utilizza tutta la sua costosissima dentatura.
“Quanto nervosismo, non ti hanno invitato al party di Valeria Marini?”.
No.
Colpa delle Poste Italiane.
Io che sono da sempre un habituèdel servizio Postale italiano posso avere l’ardire di esprimere tutto l’esprimibile a riguardo.
Innanzitutto ho un Libretto Postale che uso quando ho dei datori di lavoro geni del male che mi fanno un assegno che mi ritorna indietro causa fiorellini stilizzati vicino alla cifra da incassare.
“Mi scusi ma non possiamo accettarlo con questi fiorellini”.
Ok, calma e sangue freddo.
Vado in posta per incassarlo.
Compilo il modulo (“Ce l’ha la distinta?” mi aveva terrorizzato l’impiegata qualche mese fa), mi metto in coda e aspetto.
Passano ere giurassiche, ho nove persone davanti ma non ci sono nemmeno nove persone in tutto l’ufficio Postale.
La cosa buffa è che per incassare un assegno devi andare nell’Ufficio Postale in cui hai aperto il Libretto, perché l’Italia è un paese unito e se tu a 18 anni hai fatto l’errore più grande della tua vita decidendo di aprire un conto alle poste e vivevi a Canicattì, poi non è che se ti trasferisci a San Zenone al Lambro puoi pensare di utilizzarlo a tuo piacimento.
GIAMMAI.
Questo è il mistero numero 1.
Il Mistero numero 2 è quali siano le capacità che un’impiegata deve possedere per essere assunta.
Io credo:
1: nessuna pietà.
2: antipatia totalizzante.
3: educazione zero.
O sono io che becco l’Ufficio Postale con la più alta concentrazione di impiegate che masticano davanti ai clienti, parlano dei figli per ore mentre in fila la gente cade morta di vecchiaia oppure è una categoria a rischio maleducazione e insensibilità.
Capisco che non sia un lavoro creativo e gratificante ma un sorriso in più spesso rende più disponibili le persone che vanno in posta per sbrigare brutte faccende quali bollette e multe.
Ritornando al versamento.
L’impiegata Serafina, colei per cui c’è un odio ben radicato e perfettamente ricambiato almeno dal 2005, sparisce in un vuoto extra-sensoriale ed è l’unica che ha il potere, concessole direttamente da Dio, di servire le persone che hanno il ticket con la Lettera A corrispondente ai malefici SERVIZI FINANZIARI.
Il servizio dei pacchi, del bancoposta e di tutto il resto vanno come treni, la Lettera A è ferma da ore.
Ad un certo punto torna tutta allegra, mastica qualcosa e si mette alla sua postazione.
Si metterà a lavorare?
MA DE CHE.
Chiama il figlio, si fa una bella chiacchierata e nel frattempo cambia l’ora legale e gli alieni conquistano la Galassia.
Allora, quanti schiaffi meriterebbe Serafina?
Quante persone potrebbero svolgere il suo lavoro facendo un sorriso, dicendo “Buongiorno” e “Buonasera” senza smorfie o grugniti da coltivatore incazzato?
Ecco il mio fastidio verso di lei, è tutto lì, è maleducata e quando indossa la camicia geografica di Alviero Martini fa anche un po’ senso, sembra si sia vestita con l’itinerario di Marco Polo.
Per non parlare di quello che devi mostrare per qualsiasi operazione.
Ti chiedono: carta d’identità, codice fiscale, carta regionale dei servizi, la dichiarazione di reddito dell’anno in cui sei venuto al mondo, la prima impronta dentale, una ciocca di capelli da bruciare nel calderone affinché gli spiriti accettino il versamento e un banalissimo timbro pontificio.
E se ti dimentichi qualcosa?
“Deve tornare, senza quel numero il server non mi fa andare avanti”.
Il server comanda ognuna delle impiegate, è il server che ogni tanto le fa sparire nell’esatto momento in cui dovrebbe lampeggiare finalmente, dopo ore e ore, il tuo numerino.
C’è da ammettere che qualche piccolo miglioramento c’è stato.
Innanzitutto tutto quel giallo limone abbinato al blu elettrico fa molto color-block stagione 2011 e poi ora tra i libri di Benedetta Parodi e il cofanetto esclusivo di Andrea Bocelli si può fare anche shopping.
E che dire delle macchinette con snack e bevande?
Se paghi con la postapay c’è anche lo sconto del 2%, mica male.
Certo che se poi per ricaricarla ci metti due ore perché Serafina si è andata a fare un toast clandestino alla fotocopiatrice non è più molto conveniente.
Le Poste Italiane sono l’unica azienda a cui non ho inviato il mio curriculum e non è un caso.