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Channel: Pezzenti con il Papillon
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CRONACA DI UN FURTO

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Non mi era mai successo di essere derubato così stupidamente e in un posto che io avevo definito meraviglioso 5 minuti prima su Snapchat.
La domenica mattina sono di casa a Piazzale Cuoco, perché l’idea di ravanare tra mucchi di vestiti usati alla ricerca dell’ultima chicca di stagione per quello è già uno strabordante guardaroba mi riempie il cuore di gioia.

Questa volta l’obbiettivo era un montone perché biscottino ne sentiva il bisogno e il giorno prima quando ha detto “Ah dai, ho visto un montone a 90 euro in quel negozio, non è molto” io ho subito urlato “MA SEI MATTO, A PIAZZALE CUOCO CON 90 EURO TI PORTI A CASA ANCHE LA CERATA DELLA BANCARELLA”.
E infatti ci siamo addentrati tra mille bancarelle, mille cumuli di roba, trovando il famoso montone a 15 euro. Il ragazzo arabo della bancarella mi aveva proposto a 30 euro un Loden che mi stava a pennello ma che era tutto sgualcito, gli ho detto “Tu sei matto, è tutto rotto, facciamo 10” e lui ha ribattuto con 15 e ho detto “Ci penso”.

Nel pensarci siamo finiti nella parte più tremenda del mercatino, dove si vendono pezzi di qualsiasi cosa, motoseghe, gomme per auto, cose rubate e Kinder Bueno spacciati come droga da zingare con la gonna di velluto e le ciabatte ai piedi.
Aveva piovuto la notte ed era tutto un misto fango e sassi che addirittura avevano messo delle passerelle di legno per fare gli equilibristi. Ero un po’ restio, non volevo addentrarmi ma il fascino di quello che si può trovare lì dentro e l’assoluta tranquillità con cui sono sempre andato al mercato di Piazzale Cuoco mi hanno fatto avanzare.
A una bancarella mi fermo a provare un montone che costava 3 euro ma che era enorme, nel frattempo il proprietario chiede a Luca “Scusa, puoi farmi il ripristino di questo cellulare? Sei capace?” perché probabilmente lo aveva appena acquistato da qualcuno che lo aveva appena rubato e c’erano ancora le tracce di numeri e foto del legittimo proprietario.
Subito ho pensato a quel poverino a cui era stato rubato e al dispiacere, alla rabbia, di un simile accaduto.

Un minuto dopo, a due passi da quella bancarella, vengo acciecato dalla bellezza di un Loden austriaco nuovo che provandolo si è rivelato il Loden della vita. Guardo il ragazzo che mi dice “Sono 25” e io “Dai facciamo 10”, “Ok dai”, un affarone.
Mi tolgo il Loden, glielo porgo “Ce l’hai un sacchetto?”, Luca intanto mi passa il cappotto dove nella tasca interna c’era il mio telefono, me lo rimetto e nel momento in cui il cappotto girava intorno alle mie spalle per infilare la manica, sento che qualcuno mi si appoggia come se per sbaglio mi fosse venuto addosso.
1 secondo dopo sento che il telefono non era più nella tasca, mi avevano derubato.

Comincio a inveire, a cercare tra la folla quella mano lesta ma era impossibile, nessuno davanti a me si era reso conto e poco dopo il telefono è stato spento e probabilmente rivenduto al migliore offerente.
Il ragazzo che mi stava vendendo il cappotto ha urlato “Che bastardi”, e le signore musulmane con il velo sulla testa che mi hanno visto così arrabbiato erano dispiaciutissime dell’accaduto, perché sanno cosa si dice su quel mercatino delle pulci e si sono sentite male per me.

Con lo sguardo perso nel nulla, lo sguardo di chi scopre per la prima volta che cosa sia un furto lesto, non sapevo davvero cosa fare. D’istinto però ho tirato fuori i 10 euro, perché almeno questa brutta giornata non finisse senza aver portato a casa quel Loden bellissimo che mi stava una favola.
Mi sono sentito stupido, mesi e anni a millantare “A Piazzale Cuoco non ti succede nulla, figurati” e poi tradito dalle mie stesse parole. E’ un dispiacere non tanto per il mio meraviglioso Zenfone 2 con cui ho catturato bellissimi momenti in questo anno, ma per la perdita dell’ingenuità, perché ora in un posto vagamente affollato e in qualsiasi mercatino, avrò sempre paura che qualche uomo vile allunghi la mano nelle mie tasche.

Ma non finirò di urlare al mondo quanto io sia orgoglioso di indossare jeans e cappotti comprati a due euro e non finirò di andare a Piazzale Cuoco la domenica mattina.

Senza il telefono e con i soldi negli slip, però. 

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