Dalla rubrica "BAGNINI CON IL PAPILLON".
La signora Lina è una nonna sulla settantina che porta qualche volta i due nipoti di 8 anni in piscina. Per niente contenta di questo oneroso compito che mette a dura prova la sua schiena acciaccata e soprattutto la sua perfetta permanente, la signora Lina vorrebbe solo sedersi e godersela un po’ ma non riesce.
La sua natura apprensiva le impedisce di distrarsi, di leggere un giornale, di schiacciare un meritato pisolo.
Vigila come un carabiniere sui due bambini che si rincorrono, si spruzzano, si lanciano, si saltano l’uno addosso all’altro e lei a ogni movimento rischia di farsi venire un collasso.
Impaurita dall’acqua entra fino alla pancia e si immerge più veloce di un neutrone al Cern di Ginevra fino al collo, poi esce.
“Bagnino, mia nonna non ha la cuffia, sgridala!” mi dice il nipote dispettoso.
“Non mi bagnerei i capelli neanche se mi pagassero” rimbalza lei.
In effetti la permanente ben arricciata e il colore pagliericcio d’ottobre la fa sembrare appena uscita dal casco del parrucchiere.
“Secondo me la notte dorme in piedi come i cavalli piuttosto di spettinarsi”.
Non un riccio fuori posto, mai senza gli orecchini di perle, una spruzzata di glitter dorati sul costume intero nero e via, la Nonna Lina è pronta per la piscina.
Un giorno i nipoti mi vengono a chiedere quanto devono aspettare dopo mangiato per fare il bagno.
“Buttatevi subito che non vi succede nulla”.
Quanto mai.
La nonna Lina è entrata in crisi, lei è una di quelle della scuola “IL BAGNO TRE ORE DOPO AVER MANGIATO”.
In uno scontro generazionale le ho detto che non sarebbe successo nulla e che almeno i due nipoti non avrebbero continuato a dire “Quanto manca?”, “Che ore sono?”, “Possiamo andare?” fino allo svenimento.
Totalmente in disaccordo con il mio consiglio ha categoricamente impedito il bagno per un’ora, una sofferenza incredibile sia per lei che per i bambini. Ogni tanto i due nipoti prendono delle ciabattate e delle sberle a cinque dita sul sedere che traumatizzano perfino me, loro però sembrano esserci abituati.
“UMBYYYY”, chiama il nipote Umberto “Se non la finisci le prendi eh” urla mentre lui si rotola nell’acqua come un pazzo.
“Guarda che chiamo tuo padre eh!” rimprovero 1.
“Chiamo tuo padre!” rimprovero 2.
“Lo chiamo, basta, sono stufa” rimprovero 3.
Al terzo rimprovero, senza alcun cenno di risposta, la Nonna Lina fa finta di chiamare il padre e fa l’occhiolino all’amica.
“Ha detto tuo padre che te le da stasera se non mi ascolti eh!” e il povero Umby, mai a testa bassa, fa il bravo.
La signora Lina ispira simpatia, è una che “Stiro, cucino, vesto i bambini, li porto a scuola, li riprendo, rassetto la casa, né, io dentro non mi sento vecchia!” e si occupa dei nipoti a tempo pieno perché l’apprensiva madre ha paura che al centro estivo si possano far male.
Comodo fare l’apprensiva quando poi hai la nonna che ti tiene i figli.
“Signora dove andrà di bello in vacanza?”
“Al mare, una settimana” risponde contenta, “DA SOLA EH!” ride.
Fare la nonna va bene ma le ferie al mare e il giorno a settimana dal parrucchiere per la piega sono momenti sacri.